La depressione è uno dei disturbi psichici più comuni e invalidanti, che deriva da una sensazione di perdita o da una perdita effettiva. La percentuale di persone che ne soffrono sta aumentando e l’OMS ha previsto che è e sarà tra le prime cause di invalidità per malattia.
Fra i vari sintomi della depressione (presenti nella vita quotidiana): umore triste e depresso (nei bambini e adolescenti può essere irritabile), uno stato di insoddisfazione che porta all’apatia (diminuzione di interesse per quasi tutte le attività), pensieri negativi e pessimisti, sensazione di vuoto, perdita della speranza, senso di impotenza, difficoltà a prendere decisioni, diminuzione o aumento dell’appetito, significativa perdita di peso in assenza di una dieta o significativo aumento di peso, insonnia o ipersonnia, agitazione o rallentamento psicomotorio, affaticamento o mancanza di energia, perdita di libido, sentimenti di autosvalutazione e di colpa, desideri regressivi e autopunitivi, diminuzione della capacità di concentrarsi e della memoria, ruminazione mentale, evitamento delle persone e tendenza all’isolamento sociale, frequenti lamentele, ricorrenti pensieri di morte, ideazioni suicidarie.
Questi sintomi causano un alterazione significativa del funzionamento sociale, lavorativo o di altre importanti aree e non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o una condizione medica generale.
Depressione è il termine più generico che si utilizza nel linguaggio comune per indicare in realtà un “contenitore” più capiente di termini che sono utilizzati per definire i disturbi dell’umore: disturbo depressivo maggiore (episodio singolo o ricorrente), disturbo distimico, disturbo ciclotimico, disturbo bipolare, depressione post-partum (è una forma di depressione che riguarda le donne dopo aver partorito un figlio), depressione reattiva (esempio in seguito ad un lutto), depressione latente (per esempio una depressione che si manifesta attraverso delle somatizzazioni). 
Nel disturbo bipolare si alternano episodi maniacali o ipomaniacali ad episodi depressivi, è caratterizzato da oscillazioni insolite del tono dell’umore e della capacità di funzionamento della persona.
L’episodio maniacale consiste in un periodo di umore persistentemente elevato, espanso o irritabile e di aumento anomalo e persistente dell’attività finalizzata (sociale, scolastica, lavorativa, sessuale) o agitazione psicomotoria.
Sono presenti autostima ipertrofica, diminuito bisogno del sonno, maggiore loquacità, distraibilità. Eccessivo coinvolgimento in attività che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose (per es. acquisti incontrollati, comportamenti sessuali sconvenienti o investimenti finanziari avventati). Per l’episodio depressivo si rimanda alla descrizione dei sintomi della depressione. 
I disturbi di ansia includono gli attacchi di panico, l’agorafobia, la claustrofobia, la fobia specifica e la fobia sociale, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo post traumatico da stress, il disturbo acuto da stress, il disturbo d’ansia generalizzato.
L’ansia comporta preoccupazioni difficilmente controllabili, che riguardano varie tematiche (per esempio il lavoro, il futuro dei figli ecc.) e sono presenti per la maggior parte della giornata. Tali preoccupazioni possono compromettere in modo negativo il sonno, l’umore (irritabilità, inquietudine), il corpo (tensione muscolare e facile affaticabilità) e il pensiero (la concentrazione). Molti individui con disturbo d’ansia generalizzato riferiscono di essersi sentiti ansiosi e nervosi per tutta la loro vita. L’esordio può essere nella fanciullezza o nell’adolescenza, talvolta dopo i 20 anni; il decorso è cronico, ma fluttuante e peggiora nei periodi di stress. 
Gli attacchi di panico comprendono almeno quattro tra i seguenti sintomi: palpitazioni, sudorazione, tremori, dispnea, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazione di sbandamento, instabilità, testa leggera, annebbiamento della vista, derealizzazione (senso di irrealtà), depersonalizzazione (essere staccati da se stessi), paura di perdere il controllo o di impazzire, paura di morire, parestesie, sensazioni di torpore o formicolio, brividi, vampate di calore, vertigini, svenimenti.
Un attacco di ansia improvviso che la persona non riesce a contenere. Hanno una sintomatologia prevalentemente organica che assomiglia a quanto si prova nelle prime fasi di un infarto.
Agli attacchi di panico talvolta si associa anche agorafobia, in cui il soggetto prova una forte ansia quando si trova in situazioni dalle quali sembra difficile allontanarsi e teme di non poter ricevere aiuto se viene colto da un attacco di panico (es. su mezzi di trasporto come treni, autobus, quando ci si trova in coda). L’attacco temuto si manifesta soprattutto quando la persona è sola e lontana dai suoi punti di riferimento come la casa. 
I disturbi somatoformi, sono l’espressione del disagio psichico nel paziente attraverso il corpo (in greco soma). Tra i disturbi somatoformi sono inclusi i disturbi psicosomatici o di somatizzazione, ma anche i disturbi di conversione, il disturbo algico, l’ipocondria e il disturbo di dismorfismo corporeo.
Nei disturbi psicosomatici il paziente che “somatizza” ha difficoltà a mentalizzare, a simbolizzare il conflitto e lo sposta sul piano corporeo, nell’apparato gastrointestinale (gastrite psicosomatica, colite spastica psicosomatica, ulcera peptica, reflusso gastro-esofageo, sintomi di nausea, meteorismo e vomito, intolleranza a cibi diversi, diarrea o stipsi), nell’apparato cardiocircolatorio (tachicardia, aritmie, ipertensione), nell’apparato respiratorio (asma bronchiale, sindrome iperventilatoria) nell’apparato urogenitale (dolori e/o irregolarità mestruali, impotenza, eiaculazione precoce, anorgasmia, enuresi, cistite psicosomatica), disturbi della pelle (la psoriasi, l’acne, la dermatite psicosomatica, il prurito, l’orticaria, la secchezza della cute e delle mucose, la sudorazione eccessiva), nel sistema muscolare scheletrico (cefalea tensiva, crampi muscolari, stanchezza cronica, torcicollo, fibromialgia, artrite, mal di schiena), disturbi pseudo-neurologici (sintomi da conversione come alterazione dell’equilibrio e della coordinazione, paralisi o ipostenie localizzate, difficoltà a deglutire, afonia).
Il corpo è uno strumento di comunicazione di uno stato di sofferenza mentale o di disagio psichico, esso è strettamente connesso alle emozioni. Per esempio una rabbia non espressa, inibita potrebbe essere gestita, canalizzandola sul corpo, in un mal di testa ricorrente, o in una gastrite cronica. 
Anoressia nervosa
I sintomi sono il rifiuto a mantenere il peso corporeo normale minimo, amenorrea (assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi), eccessiva paura di ingrassare pur essendo sottopeso, distorsione di come il soggetto vive il peso e la forma del corpo che influiscono sull’autostima. Sono presenti condotte ossessive legate al cibo, incluso il parlarne in modo eccessivo.
L’uso frequente di lassativi, enteroclismi e diuretici, l’eccessivo esercizio fisico, il vomito indotto possono essere presenti sia nell’anoressia nervosa che nella bulimia nervosa.
Bulimia nervosa
E’ caratterizzata da ricorrenti episodi di abbuffate (il soggetto prova un impulso irrefrenabile a divorare il cibo) e modalità inappropriate per smaltire ed espellere quanto ingurgitato, al fine di evitare l’aumento di peso.
Disturbo da binge eating
Ricorrenti episodi di abbuffata con la sensazione di perdere il controllo durante l’episodio, mangiare più rapidamente del normale grandi quantitativi di cibo anche se non si è affamati, mangiare da soli a causa dell’imbarazzo di quanto si sta mangiando e con sentimenti di disgusto verso se stessi, depressi e molto in colpa dopo l’episodio. L’abbuffata non è associata alla messa in atto di condotte compensatorie inappropriate come nella bulimia nervosa. 
Le persone che soffrono di disturbo post traumatico da stress sono state esposte a morte reale o minaccia di morte, grave lesione, oppure violenza sessuale in uno dei seguenti modi: hanno fatto esperienza diretta dell’evento traumatico; hanno assistito direttamente a un evento traumatico accaduto ad altri; sono venuti a conoscenza di un evento traumatico accaduto ad un membro della famiglia o ad un amico stretto; hanno fatto esperienza di una ripetuta esposizione a dettagli crudi dell’evento traumatico.
Nei pazienti con disturbo post traumatico da stress si osservano preoccupazioni intense relative ai dettagli associati alle esperienze traumatiche, preoccupazioni che arrivano fino ad un vero e proprio evitamento fobico.
In seguito all’evento traumatico soffrono di: ricorrenti ricordi spiacevoli intrusivi dell’evento traumatico, ricorrenti sogni spiacevoli in cui il contenuto e le emozioni del sogno sono collegati all’evento traumatico, reazioni dissociative in cui il soggetto sente o agisce come se l’evento traumatico si stesse ripresentando, intensa sofferenza psicologica all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che assomigliano all’evento traumatico, marcate alterazioni dell’arousal e della reattività associati all’evento traumatico. 
Si tratta di un disturbo rigido, diffuso su cui è radicata la personalità dell’individuo e la sua organizzazione mentale e il suo equilibrio. Per tali motivi è consigliabile una psicoterapia psicodinamica a lungo termine.
I disturbi di personalità di cui mi occupo sono quelli del gruppo B: borderline, istrionico, narcisistico e del gruppo C: evitante, dipendente e ossessivo-compulsivo. 
Il bullismo è un fenomeno psicosociale, una forma di comportamento aggressivo con carattere di intenzionalità, di ripetitività e persistenza nel tempo, che si attua in un contesto relazionale basato su uno squilibrio di potere tra due o più persone. Un’ampia letteratura dimostra che il comportamento aggressivo tende a mantenersi costante nel tempo (dalla scuola al mobbing nelle aziende, alle violenze in famiglia), così come la tendenza ad essere vittimizzato, bulli e vittime rischiano di rimanere imprigionati nei loro ruoli nel tempo, in un circolo vizioso con esiti devastanti sullo sviluppo della personalità, per tale motivo chiedere un aiuto psicoterapeutico è un’utile prevenzione.
Per diversi anni mi sono occupata di progetti di prevenzione e formazione agli insegnanti sulla tematica del bullismo. Attualmente nella psicoterapia individuale ai bambini e adolescenti integro l’EMDR per la desinsibilizzazione e rielaborazione dei singoli traumi vissuti dalle vittime e il rafforzamento delle risorse, ai fini di migliorare la loro autostima.
Il cyberbullismo è nato con l’evoluzione della tecnologia, con la diffusione dei social network: sempre più frequenti sono gli adolescenti “bullizzati” sui gruppi social creati dai compagni di classe o da altri gruppi di pari. E’ un attacco continuo, ripetuto nel tempo, offensivo attraverso gli strumenti della rete (sms, foto, video, mms, email, chat, telefonate).
La tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, perseguitandole con messaggi, video o immagini offensive inviate da smartphone o pubblicate sui siti web tramite internet. Lo scopo è di provocare danni ad un coetaneo incapace di difendersi. I cyberbulli possono anche agire nell’ anonimato.
La polizia postale accoglie le denunce di tali episodi, ma in primo luogo effettua progetti di prevenzione per poter arginare questo pericoloso fenomeno psicosociale che ha già portato molti giovani al suicidio.
Con la tecnica dell’EMDR è possibile desensibilizzare e rielaborare eventi traumatici che hanno compromesso l’autostima della vittima. Anche il bullo non ha una sana autostima, ma è più facile ricevere richieste di aiuto da parte dei genitori di “vittime” piuttosto che da genitori di “bulli”, ciò indica una scarsa consapevolezza del disagio manifestato anche da questi ultimi. 
Lo stress è presente nella vita quotidiana di ciascuno di noi, è una risposta psicofisica che l’organismo mette in atto in risposta a compiti molto diversi tra loro (di natura emotiva, cognitiva o sociale) che la persona percepisce come eccessivi. Ciò significa che un evento stressante per qualcuno, potrebbe non esserlo per altri e uno stesso evento in fasi di vita diverse può risultare più o meno stressante. Se lo stimolo si verifica una sola volta e ha durata limitata si parla di stress acuto, se la fonte di stress permane nel tempo parliamo di stress cronico.
Lo stress è associato a diversi disturbi psicologici: disturbo da stress post traumatico, disturbo acuto da stress, disturbi psicosomatici, depressione, disturbo bipolare, disturbi d’ansia, disturbi della sfera sessuale, disturbi dell’alimentazione.
Quando diviene eccessivo è utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta per “imparare” a gestirlo. Ciò è possibile farlo attraverso la psicoterapia individuale, integrata con le tecniche di rilassamento e la pratica della Mindfulness. Queste tecniche, finalizzate a migliorare la respirazione, a distendere e rilassare la muscolatura del corpo, a vivere con maggiore consapevolezza, divengono uno strumento utile nella quotidianità del paziente per poter vivere in uno stato di benessere psicofisico, migliorando la qualità della sua vita. 